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Abitare le tue emozioni. Il design che valorizza le persone

Lo spazio progettato orienta e influenza tutte le sensazioni. È chiaro che una casa nella quale gli elementi sono pensati per scatenare significati o emozioni positive, crea una connessione davvero unica e sentita con chi ci vive. Invece, quando non “racconta” niente dei suoi abitanti, può provocare in loro una certa insoddisfazione. Gli ambienti (ovvero ciò che ci circonda), “indirizzano” i nostri pensieri di ogni giorno e migliorano il nostro stato individuale. Per cui, un luogo costruito pensando a questo concetto, migliora creatività e stato d’animo, offre la possibilità di potersi abbandonare senza sorprese, di rilassarsi come in vacanza e di essere se stessi.


Il buon umore non è un’attitudine unicamente personale: può essere attirato e una delle funzioni del design è guidare la percezione dei sensi attraverso gli ambienti. L’architetto, in questo modo, diventa un artefice del benessere e costruisce realtà fatte di combinazioni mirate a ciascun progetto; materializza la personalità degli individui/clienti come fossero loro i veri artefici di ciò che viene progettato. La struttura degli ambienti alimenta un’interazione emozionale differente: eccitazione o armonia, ansia o relax, così gli strumenti dell’architetto creano un ingaggio con i sensi. L’altezza del soffitto, ad esempio, suscita sentimenti differenti, anche in netto contrasto, in persone diverse: se siano sensazioni di paura o libertà, dipende dal settaggio mentale/emozionale di ciascuno. Ancora: luci intense o troppo deboli, tali da creare la mancanza di punti di riferimento, possono essere fattori che scatenano stress fisiologico. Nel 2019, Google ha realizzato un’installazione dal nome “Uno Spazio per Essere” per sperimentare l’impatto del design sulla biologia delle persone. Lo ha fatto registrando le reazioni delle persone, dotandole di un bracciale con sensori, lungo un percorso di tre ambienti domestici con tre atmosfere molto diverse.
Così: “… A partire da un obiettivo di atmosfera o sentimento, è possibile essere consapevoli di ogni elemento della stanza e della loro sequenza…” – ha spiegato l’architetto Suchi Reddy, supervisore dell’installazione per conto di Google.


Abitare una casa che “ci completa”, è molto di più che abitare una casa che assicura una bella figura con gli amici, o riempie d’orgoglio personale. È sentire che le soluzioni abitate sono uniche e incarnano il sogno che avevamo immaginato nel momento della progettazione perché si riconosce chiaramente di essere protagonisti delle soluzioni adottate e si respira lo stato d’animo che si è deciso di provare. In effetti, cercare di differenziarsi, è affermare chi si è e vederlo espresso nel mondo. È essere riconosciuti. Attraverso la costruzione di un luogo, a partire dal perfetto atteggiamento, è possibile stimolare il potenziale e il potere personale. Appagare i bisogni emozionali, attiva sensazioni molto positive.

cdnstudio
Eleonora Denicolò Architetto

Eleonora Denicolò
La Maison e Lifestyle Magazine