
Francesco Zavatta
L’inizio e l’attesa.
È tra i pilastri della gioia il senso commosso, ma non sentimentale, del paesaggio, la musica interna alle cose – spazi, edifici, cieli, acque – grondanti oltre il loro limite fisico e visivo il proprio suono e il proprio senso, dove l’anima e l’oggetto, l’ideale e il reale sono inevitabilmente congiunti. Ed è tra i doni della giovinezza l’entusiasmo acceso per il concreto, il gusto per la figura, il confine, il limite in cui l’occhio e il pennello inciampano e iniziano la lotta notturna, come Giacobbe con l’Angelo. Alla misura dell’astensione e dell’equilibrio classici, dimensioni della maturità, il giovane e promettente Francesco Zavatta predilige, difatti, la tensione romantica dell’agone, l’abbraccio mortale che trasgredisce il segno, la leggera violenza perpetrata appena oltre il contorno, ma sottilmente, come durante un esercizio di contemplazione del mondo. E a questi tentativi di oltrepassare la linea – proprio mentre la si guarda affascinati e sedotti e la si difende nel suo valore estetico e intellettuale – si offre l’antico, inaggirabile sacerdozio della pittura, di quel mestiere che gli stolti degli ultimi due secoli hanno detto morto, e che invece è tutto un ribollio, di respiri e fughe, di lampi e di ombre, di pensieri e di idee, di possibilità infinite. I luoghi e gli oggetti scelti da Francesco per cominciare il proprio cimento sono volutamente umili e scontati – ‘scolastici’ li si potrebbe chiamare – eppure nascondono una professionalità consapevole e una concezione poetica già determinata, ben affaticata sulle vie dell’occhio e del cuore, sui tragitti nervosi e muscolari della mano. A questa lenta iniziazione dobbiamo gli impasti sapidi e densi dei suoi oli, la raggiera sonora e ovattata delle architetture ricostituite col pennello, il gusto per un’improvvisa, felice rarefazione, le scelte cromatiche spesso fredde che celano il gorgoglio della vita mutevole, come i gelidi inverni in cui s’intrappola il fuoco segreto di tutte e di nessuna stagione, il fuoco di ogni cominciare che si misura con la pazienza dell’attendere.
LA MAISON ART
Rubrica delle Arti Visive
A cura di Alessandro Giovanardi
Artista: Francesco Zavatta
Autore

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