
“Fuorisalone” della Design Week di Milano
“Fuorisalone” della Design Week di Milano
Tanta attenzione al sociale, alla natura e ai problemi del mondo
Il Salone del Mobile di Milano, la cui edizione 2023 si è chiusa il 23 aprile, è uno di quegli eventi in grado di rendere chiaro al pubblico interessato dove sta andando il design; quali sono le linee che segue la creatività internazionale e come (e se) design e creatività stanno interagendo con la realtà di tutti i giorni.
Nato a Milano nel 1961 per promuovere le esportazioni italiane dell’industria dell’arredo e dei suoi complementi, il Salone Internazionale del Mobile è la manifestazione internazionale punto di riferimento per questi settori. Accanto al Salone, ormai più di quaranta anni fa, è nato il “Fuorisalone” che in brevissimo tempo è diventato, sia per gli operatori dei settori interessati, sia per un più vasto pubblico di curiosi e di appassionati, un appuntamento fisso del calendario assolutamente da non mancare. Un po’ come se fosse la festa di compleanno del figlio o l’anniversario del matrimonio. Si tratta di un vero e proprio fenomeno “popolare” che non si svolge all’interno delle “mura” del padiglione fieristico ma fuori, per le strade e le piazze, negli antichi palazzi meneghini, negli spazi abbandonati, all’Università… tutta Milano è coinvolta.
Per darvi un’idea della portata del Fuorisalone: quest’anno gli eventi erano 949. Cioè dal 18 al 23 aprile, che sono le date d’inizio e fine della manifestazione, c’erano 949 occasioni, grandi e piccole, importanti o meno, popolari o di nicchia per vedere qualcosa d’innovativo o di tendenza. Pensateci: 135 al giorno. Incredibile.
Salone del Mobile e Fuorisalone, insieme, danno vita a quella che viene comunemente chiamata la “Design Week” del capoluogo lombardo. Ma, mentre il Salone apre le porte ai compratori e si rivolge a un pubblico selezionato, minoritario ma interessato all’acquisto; il Fuorisalone è davvero un happening di massa in grado di accogliere e dare spazio a tutte le diverse espressioni e i diversi interessi della comunità del design internazionale. Così, il Fuorisalone ogni anno è uno spazio diverso, in grado di rinnovarsi in modo spontaneo, affermandosi come un esempio virtuoso, peraltro ancora insuperato a livello mondiale, di creatività a 360 gradi.
Detto tutto ciò, cosa ci ha colpito di più?
Proviamo a mettere in ordine alcune delle tante cose interessanti. La DoubleJ (costumi da bagno, maglieria, scarpe) un marchio freschissimo e molto femminile, ha lanciato la sua prima collezione di carta da parati. Il brand, celebre per le sue stampe audaci e coloratissime, ha arredato con la sua carta da parati i bagni di alcuni locali quali le pasticcerie Cucchi e Cova, Giacomo Bistrot, Fioraio Bianchi, Trattoria Torre di Pisa e, ovviamente, lo stesso store del marchio in via Sant’Andrea. Chi voleva ammirare le nuove creazioni, ha dovuto farsi un giro alla toilette… Simpatico, no?
Il negozio Fornasetti in corso Venezia si sviluppa su più piani. Per la Milano Design Week ha presentato The Syntax of Making, cioè tre nuove collezioni di mobili e accessori per la casa caratterizzate da un design tutto nuovo e tre differenti decori caratteristici del brand. L’allestimento è stato pensato per l’occasione e in una delle stanze i pittori dell’atelier hanno dato vita a performance di live painting.
Il Fuorisalone ha anche posto accenti molto seri sulla realtà. Numerose le installazioni o gli eventi che richiamavano l’attenzione sul clima, sul destino degli ultimi del pianeta, sul bisogno di natura. Tant’è che mai come quest’anno piante e fiori (veri) l’hanno fatta da padroni durante tutta la settimana in tutta Milano. Per esempio, Assab One, un’organizzazione no profit che si trova alla Martesana, ha ospitato il progetto Design for Communities, nato dalla collaborazione tra LiveInSlums, una ONG che realizza progetti umanitari nei Paesi in via di sviluppo e il designer Giacomo Moor. Insieme hanno realizzato gli arredi destinati a dormitorio e refettorio della Why Not Academy, scuola che accoglie più di 300 bambini di Mathare, uno dei più grandi slums di Nairobi. Il progetto è stato raccontato da un’installazione ideata da Davide Fabio Colaci con gli scatti dei fotografi Alessandro Treves, Mattia Zoppellaro, Francesco Giusti e Filippo Romano.
Glo for art, progetto artistico itinerante nato per diffondere la cultura favorendo un processo di democratizzazione dell’esperienza artistica, al numero civico 1 di Largo Treves, ha presentato la grande installazione Dry Days, Tropical Nights di Agostino Iacurci. L’intervento compiuto da Iacurci ha coinvolto facciata e interni dell’edificio prossimo alla demolizione e ha voluto descrivere l’aspetto che potrebbe avere la nostra penisola in futuro, a causa del cambiamento climatico: paesaggi desertici e tropicali. Durante la settimana è stato possibile, per la prima volta, entrare in questo palazzo nel cuore di Brera per vivere un’esperienza immersiva molto suggestiva.
L’azienda di design svizzera USM e l’impresa sociale The Skateroom, hanno presentato la collezione (in edizione limitata) di arredi progettati dall’artista Claudia Comte, oltre a un’edizione speciale di skateboard decorati dalla stessa nello storico negozio Rossignoli (grandi artigiani della bicicletta da più di un secolo), in Corso Garibaldi. I proventi finanzieranno un progetto sociale in Giordania dell’organizzazione no-profit Seven Hills, che porterà sostegno ai giovani che vivono in ambienti critici proprio attraverso lo skateboard, oltre a programmi artistici e di educazione informale.
di F. Semprini
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