
Lo Psicologo Risponde – Relazione difficile
Relazione difficile
Gentile Dottore, sono una donna di 47 anni, separata da anni e senza figli. La separazione è stata molto stressante e ne sono uscita a fatica. Da qualche tempo, però, ho una relazione con un uomo più giovane, molto dolce: con lui sto bene, mi fa sentire al sicuro e amata. Ma non riesco a vivere questo rapporto alla luce del sole, infatti non mi sono ancora decisa a presentarlo né alla mia famiglia, né ai miei amici… e lui, ovviamente, mi chiede il perché e soffre per questa situazione. Cosa mi sta succedendo?
Il timore di mettere in crisi equilibri creati a fatica dopo una separazione è un forte inibitore. “Chissà cosa penseranno gli altri? Separata ormai da anni si presenta con una persona addirittura più giovane?” Beh, cosa potrà mai succedere, qualcuno capirà subito e sarà felice per te, qualcun altro farà più fatica e sarai tu che dovrai fargli conoscere una persona nuova che ha un ruolo importante per te, una persona che comunque non ti impedirà di voler bene ai tuoi familiari e agli altri esattamente come facevi prima. Se sei convinta di questa relazione non la puoi tenere nascosta a vita, ritardare questo evento, soprattutto se lui ci tiene, può solo far male al vostro rapporto. Perciò se ci credi davvero armati di pazienza e non rimandare a domani quello che deve essere fatto oggi!
Amicizie di plastica
Scrivo perché quest’anno i rapporti con alcune persone, che consideravo amici, si sono deteriorati per colpa di certi loro comportamenti a mio avviso “poco maturi e molto superficiali”. Mi ritengo una persona seria e coerente, soprattutto nei confronti delle amicizie e sono stanco di avere a che fare con persone che non dimostrano seriamente la loro amicizia, che non fanno nulla per rimediare agli errori commessi, e addirittura non li ammettono. Cosa mi consiglia?
Il campo dell’amicizia è un “settore” davvero arduo! Un comportamento poco maturo potrebbe significare che IO sono cresciuta e fino a poco tempo fa quel comportamento non lo consideravo tale, oppure la persona che si è comportata male non ha dato la stessa importanza a modi di agire che per me sono addirittura offensivi, oppure l’altro si comporta male e non se ne rende conto perché è stressato o ha altri problemi. Queste sono solo alcune interpretazioni, direi che la cosa migliore da fare, prima di troncare un’amicizia, è sedersi assieme al proprio amico e discutere dell’accaduto cercando di fargli capire le proprie motivazioni e allo stesso tempo provare a guardare le cose dal suo punto di vista. Saper ascoltare l’altro senza partire dalla convinzione cha la ragione è nostra è sicuramente un fattore chiave di una buona amicizia.
Invidia
Gentile Dottore, mi sono accorto che più sei bravo nel tuo campo (nel mio caso, nel campo musicale) e più trovi persone che provano a metterti “bastoni tra le ruote”: forse perché si sentono inferiori o sono semplicemente dei meschini arrivisti. Io ci sto male e vorrei vivere tutto questo con più disinvoltura. Cosa è meglio fare?
L’invidia è un sentimento molto comune e penso che tutti hanno provato invidia per qualcosa o per qualcuno, sicuramente diventa una situazione critica quando questo sentimento ci porta ad agire in modo poco corretto. Partiamo dal dato di fatto che se qualcuno prova invidia è chiaro che riconosce il tuo essere più bravo in qualcosa. Anche se non è il modo migliore è un riconoscimento forte e fin quando il metterti i “bastoni tra le ruote” non supera il limite oltre il quale bisogna rivolgersi alle forze dell’ordine, la miglior cosa da fare è non dare peso ai comportamenti di questa gente e continuare a fare con più forza e ancora meglio quello per cui ci invidiano.
Tornare a casa da mamma e papà…
Salve, sono una ragazza di 32 anni e da 5 non vivo più con i miei genitori. Per i primi 4 anni ho vissuto sola in un appartamento in affitto, poi ho scelto l’esperienza della convivenza con il mio ragazzo (finita dopo solo 1 anno) ed ora, per via delle troppe spese mensili, sono stata costretta a tornare a casa da mamma e papà. All’inizio sono entrata in crisi per un forte senso di fallimento della storia con il mio ex, ora mi sento piuttosto nervosa perché nella mia casa paterna sento di non avere più una collocazione precisa. Vorrei vivere questo momento con più leggerezza, ma non so come fare…
Non è facile stravolgere le proprie abitudini e ritornare in una situazione dove la propria privacy viene meno, il tutto peggiora, se la situazione viene vissuta come se fosse “un passo indietro” rispetto al raggiungimento della propria indipendenza e se c’è un lutto simbolico, cioè il distacco da una persona importante, da metabolizzare. Bisogna cambiare prospettiva, sfruttando questa condizione al meglio. Convincersi che questa condizione è un trampolino di lancio dal quale fare un bel balzo in avanti; rigenerarsi economicamente e soprattutto avere un supporto dalle persone più care che possiamo avere nella nostra vita; non lasciarsi sopraffare da pensieri negativi e gettare le basi per un nuovo futuro, ponendosi obbiettivi realistici da raggiungere. Penso che questo sia un buon inizio per ritrovarsi e uscire fuori dal proprio malessere.
A cura della Redazione in collaborazione con:
Dott. Giuseppe Serra – Psicologo
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