
Lo Psicologo Risponde – Sport e sfide
Sport e sfide
Salve, ho 30 anni e le scrivo per avere un suo parere. Da parecchi mesi sto seguendo delle sedute di psicoterapia a causa di un lungo periodo depressivo; grazie alla bravura della mia terapista, e anche alla mia forza di volontà, mi rendo conto di starne pian piano uscendo. Deve sapere che, per una lunga parte della mia vita, ho avuto problemi a socializzare con i miei coetanei: ad oggi questo problema sembra essersi progressivamente risolto e, nonostante le difficoltà, sono riuscito a superare la timidezza e ad avere una piccola comitiva di amici. Il motivo che mi ha portato a scriverle è un’altro. Da gennaio mi sono iscritto in una palestra di boxe, con il duplice scopo: fare sport e rinforzare un po’ di più il mio senso di sicurezza. La boxe è uno sport abbastanza impegnativo ma cerco di frequentare assiduamente la palestra chiedendo all’istruttore, di tanto in tanto, di allenarmi sul ring. Al termine di un allenamento, l’istruttore si è complimentato per i progressi fatti fino ad ora ma lamentandosi del fatto che non sono ancora “esplosivo” nell’esecuzione delle tecniche (niente in contrario, se pensiamo che non è neanche tanto che faccio questo sport…). Quel che mi ha un po’ “affossato” è stato il fatto che, secondo lui, non sono combattivo, né esplosivo, facendomi capire che, siccome sono nato così, non lo sarò mai… Era diverso tempo che non mi sentivo così demotivato. Non so: magari mi ha detto così per spronarmi a fare meglio ed è su questo punto che voglio focalizzare la mia attenzione. Cosa mi consiglia?
Prima di rispondere faccio una premessa veloce: stai facendo un percorso insieme ad un terapista che, da quanto mi hai raccontato, sta facendo un ottimo lavoro perciò ti fornirò il mio parere ma senza la pretesa di sostituire in nessun modo il professionista che ti segue. Fatta questa premessa importante, ti posso dire che è fondamentale non dimenticarti mai delle sfide che nella vita hai affrontato e superato egregiamente. Consapevole di ciò, tieni presente che l’episodio che hai vissuto non ti deve assolutamente affossare per tantissimi motivi, il primo lo hai suggerito tu: “forse il mio istruttore mi voleva solo spronare a fare meglio!”, ma non solo, forse il tuo allenatore quel giorno aveva altri pensieri per la testa che lo hanno portato ad essere un po’ più duro del solito, forse l’istruttore in quel momento era nervoso per altri motivi. In poche parole, anche il tuo istruttore vive stati d’animo diversi che condizionano quello che dice e quello che fa, perciò evita di farti influenzare dalle opinioni degli altri. Inoltre, diventare bravi in uno sport, soprattutto se impegnativo come quello che stai facendo, richiede tempo e pazienza, perciò se ti piace continua ad allenarti e non demordere. La tua è un’attività amatoriale e non agonistica perciò nessuno ti richiede di essere sempre al massimo o raggiungere livelli sportivi altissimi, lo sport serve anche per divertirsi e per sfogare un po’ di stress, vedrai che i risultati arriveranno. Infine ricorda che molti campioni del mondo sono esplosivi sul ring o su altri campi sportivi, ma poi nella quotidianità sono persone normalissime e a volte timide e deboli, essere esplosivi quando si fa sport non significa per forza essere esplosivi nella vita.
Madre soffocante
Salve, sono un ragazzo di 27 anni che, da sempre, ha problemi con i propri genitori. Sopratutto con mia madre, che mi ha sempre voluto tenere lontano dalle ragazze, quasi come se volesse demonizzarle… sicuramente per non lasciarmi crescere, in maniera morbosa. Questa cosa mi ha creato tanta insicurezza personale e problemi nei rapporti con il gentil sesso… Cosa posso fare per rimediare? Grazie
E’ difficile dare dei consigli con così poche informazioni. Ti posso solo consigliare di cercare di cambiare la tua rappresentazione mentale dell’altro sesso, cerca di uscire in gruppi non formati da soli uomini, prova a stringere amicizie con le ragazze e non essere timido, se c’è attrazione il resto verrà da sé perché nessuno è nato “istruito”. Donne o uomini alla fine sono costituiti sempre dalla stessa cosa e cioè cellule. Siamo esseri umani concepiti per non stare da soli e ricorda sempre che nella peggiore delle ipotesi rischi solo di sentirti dire “no”, cosa che è successa a tutti più volte, anche ai migliori seduttori.
Pessima gestione economica
Gentile Psicologo, sono una ragazza di 23 anni e frequento l’università. Vivo in affitto con una mia amica e ho un lavoro part-time in un centro commerciale, ma ogni mese ho problemi a gestire i miei risparmi. Sono una grande appassionata di moda e non riesco a resistere allo shopping, ma alla fine del mese rimango sempre con pochi risparmi, considerando che ho a che fare ovviamente con le varie spese “purtroppo” obbligate come l’affitto, le bollette, la spesa. Mi sento abbastanza indipendente, ma a volte devo farmi aiutare dal mio ragazzo e questa cosa mi butta giù, non vorrei essere un peso per lui. Cosa mi consiglia? Grazie
Il nostro cervello ci spinge sempre a ricercare la soddisfazione di ciò che per noi è un bisogno. Assicurati i bisogni primari (cibo, tetto sotto il quale dormire, ecc.) altri bisogni, legati a ciò che non è del tutto necessario, si fanno strada e mirano ad appagare necessità diverse come ad esempio le passioni. Fatto questo piccolo preambolo ti posso consigliare, se non vuoi sentirti un peso per il tuo ragazzo, di programmare i tuoi acquisti, fissando con dei paletti ben precisi i tuoi budget mensili e imponendoti di non superarli. Fatto ciò saprai sempre qual è la tua spesa massima ammissibile per sentirti sempre e comunque indipendente. Questo freno ti permetterà di godere molto di più di quello che potrai acquistare quando finirai gli studi e avrai un lavoro fisso o quando avrai l’opportunità di spendere di più, un po’ come quando rivedi il tuo ragazzo dopo un periodo di lontananza!
A cura della Redazione in collaborazione con: Dott. Giuseppe Serra – Psicologo
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Quelle selezionate, saranno pubblicate sul prossimo numero.
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