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Storie di ordinaria follia: la competitività dell’automobilista. Prova un po’ a sorpassarmi!

La Competitività dell’automobilista. Prova un po’ a sorpassarmi!

La virilità maschile spesso viene associata (o compensata?) dall’automobile.
La donna è notoriamente attratta da uomini con auto di grido o da sburone. Siccome il cervello maschile capisce solo le associazioni semplici, allora è evidente che il connubio “auto bella – tanta gnocca” diventa una ragione di vita. Non è neppure un caso che alla base del funzionamento del motore a scoppio ci siano un cilindro dentro cui scorre un pistone! I mass media fanno leva sull’unione “macchinona-donne a go go” per promuovere le auto.
Le riviste specializzate di auto mostrano sempre delle signorine in abiti discinti appoggiate sulle ultime versioni lanciate sul mercato. Ne ricordo una dove c’era una “arzdora” con una sesta abbondante, in un imbarazzante topless, mentre tirava sei uova di sfoglia sul cofano di una Prinz verde. In analogia col mondo animale la competitività dell’automobilista per accaparrarsi la femmina diventa accesa e spesso cruenta. Questo fenomeno si conclama nel momento in cui il maschio si trova alla guida del mezzo di locomozione che diventa un tutt’uno con lui in una sorta di prolungamento del suo organo sessuale.

Nessuna strada è immune a queste sfide che toccano il culmine ai semafori. Qui, in attesa del verde, non appena l’automobilista nota una giovane preda a passeggio nei paraggi, getta uno sguardo di sfida all’autovettura al suo fianco. Poi si produce in una serie di sgassate che fanno uscire i pistoni dai cilindri alla ricerca di aria, ma si trovano a sbattere la testa contro il cofano ammaccandolo. Quando arriva il verde solitamente l’auto è sui 10.000 giri al minuto quindi non appena lo sburone innesta la prima, il cambio emette un rumore acuto, un misto fra un rutto e un grido di dolore. La macchina avanza di due centimetri consumando mezzo dito di pneumatico per poi spegnersi con il disappunto degli altri automobilisti in coda che apostrofano il pirla di turno con frasi irripetibili. La sfida per l’accoppiamento si fa dura e pericolosa quando l’automobilista italiano incontra per strada il motociclista. Questa ultima specie è invisa alla prima perché solitamente si infila negli antri più angusti del traffico facendosi beffa dell’automobilista. Quest’ultimo, ferito in un atavico orgoglio, quando vede sopraggiungere il centauro, ha un sussulto che lo porta a sbandare lentamente portandosi a cavallo della linea di mezzeria della strada, onde evitare furbeschi sorpassi del motociclista e ad estrarre il gomito dal finestrino anche con dieci gradi sotto zero. Ma per il biker un simile comportamento non è un deterrente, anzi. Non appena il centauro tenta comunque il sorpasso, l’automobilista pigia violentemente l’acceleratore a mò di crampo improvviso alla gamba, nel tentativo di fare andare una Panda come una Porsche. Spesso l’unico risultato per il povero automobilista è quello di arrivare lungo in una curva e nei più anziani, beccarsi una borsettata in testa dell’anziana moglie cardiopatica seduta al loro fianco.

di Ettore Mularoni

Ettore Mularoni

Storie di ordinaria follia.

La Maison e Lifestyle Magazine