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La Libertà fa paura: un’isola nel mare di Rimini (I parte)

Un’isola nel mare di Rimini

Una storia poco conosciuta, che sprofondò al largo della costa di Rimini poco più di quaranta anni fa, fu quella dell’Isola delle Rose e del sogno del suo creatore: l’ingegner Giovanni Rosa che nell’estate del 1968, nelle acque internazionali a 6 miglia marine dalla costa, diede inizio alla realizzazione di un micro stato indipendente. Nel giro di pochi giorni l’isola, che allora era solo una piattaforma di 400 mq, divenne un caso straordinario di cui si occupò con grande interesse la stampa nazionale ed internazionale. Vennero formulate le ipotesi più suggestive ed improbabili circa la sua destinazione: chi la ritenne un casinò per il gioco d’azzardo, chi un locale per spogliarelliste, chi la sede per una radio o una tv pirata, fino a giungere alla più fantapolitica delle teorie credendola un avamposto al servizio del blocco sovietico. La questione arrivò in Parlamento tanto che, 55 giorni dopo la dichiarazione d’indipendenza dell’isola, il governo italiano la occupò militarmente e nel Febbraio del 1969 una squadra della Marina Militare Italiana procedette alla sua demolizione.

La carica utopica dell’Isola delle Rose continua a stimolare la fantasia ed essere fonte d’ispirazione per numerose esperienze artistiche e culturali di ampio respiro. Un museo di Vancouver, nel 2008, ne ha celebrato il mito con un’installazione che la mettesse in parallelo con l’isola di Utopia ideata da Tommaso Moro. Nel Febbraio 2009 la compagnia fiorentina di Mauro Monni e Giovanni Palanza ha debuttato in teatro con lo spettacolo “L’Isola delle Rose”. Il gruppo hip-hop Efficienza Sonica ha vinto il MEI di Faenza con un brano ispirato al micro-stato. Nella serie a fumetti Martin Mystère, un intero episodio è dedicato all’Isola delle Rose. Fino alla pubblicazione del libro di Giuseppe Musilli “L’Isola delle Rose:- La libertà fa paura” Edizione NdA Presse, con l’omonimo film documentario.

Questa singolare esperienza è stata anche il tema su cui si è fondato il corso di Composizione Architettonica del V anno, presso la Facoltà di Architettura di Ferrara, nell’anno accademico 2010-2011. Il corso, infatti, si è posto l’obiettivo di far sviluppare agli studenti il progetto di un organismo urbano fondato sul principio di “libertà”. Ogni studente, dovendo attribuire al termine “libertà” un personale significato, è stato chiamato a costruire su di esso l’impianto concettuale e formale del proprio progetto. La complessità dell’interrogativo ha consentito che si ponessero le condizioni per ottenere una tensione utopica del progetto in cui far convivere il pragmatismo dei molteplici aspetti che intercorrono tra l’opera che si andrà a realizzare ed i suoi contenuti tecnici, socio-antropologi e poetici. La risposta alla domanda di libertà ha rappresentato un’interessantissima occasione per uno studente del V anno, e quindi in procinto di terminare il suo ciclo di studi, di sperimentare in forma compiuta le conoscenze fin qui acquisite al fine di formulare un proprio punto di vista sull’architettura e, conseguentemente, di darle un significato del tutto soggettivo. Sono così nati progetti e impianti urbani suggestivi, assolutamente liberi e variegati che hanno consentito di porsi come dei manifesti programmatici, delle dichiarazioni di poetica da cui poter osservare l’architettura ed il mondo attraverso gli occhi ed i desideri di una generazione di ventenni.

Frederic Barogi Architetto
Prof. di Composizione Architettonica (V anno)
Facoltà di Architettura – Ferrara

Per Consulenza e Progettazione:
frederic.barogi@virgilio.it – Cell. 339 8790915

Redazione

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